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È vero che l’energia solare ha un impatto ambientale negativo, è troppo cara e che non può essere prodotta in maniera efficiente in Svizzera? Nella seconda parte del nostro dossier dedicato al fotovoltaico spazziamo il campo dai pregiudizi più comuni e spieghiamo perché si verifica spesso il contrario.
È una diceria che persiste sin dagli inizi del fotovoltaico negli anni ’50. A quei tempi i pannelli solari erano impiegati per fornire elettricità ai satelliti ed effettivamente all’epoca non si dava troppa importanza al ritorno energetico sull’investimento energetico. Oggi, a seconda della tecnologia e della latitudine, l’ammortamento energetico si attesta attorno ai due anni e continua a migliorare. Rapportato a una durata di vita di 30 o 40 anni, rappresenta un valore assolutamente buono.
Le celle solari sono composte per il 95% da silicio, che si ottiene dalla sabbia di quarzo e non è tossico. Il silicio e i metalli utilizzati in elettronica, come il rame, il piombo o l’alluminio sono completamente riciclabili dopo l’uso.
In Svizzera, l’irraggiamento solare medio si attesta a circa 1100 kWh all’anno per metro quadrato, quanto basta per alimentare efficacemente un impianto solare in qualsiasi località del paese. Inoltre, l’impianto produce elettricità anche quando il cielo è coperto e addirittura quando piove, utilizzando la cosiddetta «radiazione diffusa» che viene riflessa dalle nuvole.
Negli ultimi anni i prezzi del fotovoltaico sono scesi notevolmente: oggi un impianto da
5 kWp di potenza si può avere già a partire da 13'000 franchi. Con le varie detrazioni e sovvenzioni diventa ancora più economico. Ad esempio, nella maggior parte dei cantoni si concedono deduzioni fiscali nell’ordine del 15-20% del valore dell’impianto. A ciò si aggiungono incentivi finanziari compresi tra il 20 e il 30% dei costi d’investimento.
Quando il sole splende forte sul mezzogiorno, a casa non c’è nessuno che possa sfruttare la corrente generata, mentre di sera quando il fabbisogno è maggiore non c’è quasi irraggiamento solare. Si tratta però di una visione alquanto miope: anche quando a casa non c’è nessuno, gli edifici consumano in ogni caso energia, perché alcuni elettrodomestici come il frigorifero e il congelatore funzionano in permanenza. Anche i modem e i TV box in modalità stand-by consumano corrente. Ciò significa che, anche senza tecnologia supplementare, le economie domestiche svizzere raggiungono una quota di autoconsumo che va fino al 20%. Inoltre, grazie alla funzione di accensione posticipata, alcuni elettrodomestici come la lavastoviglie o la lavatrice si possono far partire quando il rendimento solare è al massimo. C’è, inoltre, la possibilità di integrare un accumulatore di corrente e di gestire il consumo d’energia in modo intelligente, mediante il sistema domotico. Lasciatevi consigliare in merito dal vostro elettricista: lui sa come progettare e realizzare un impianto fotovoltaico sostenibile, in linea con i vostri desideri e le vostre necessità.
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